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Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD): cosa cambia nel 2024

La Corporate Sustainability Reporting Directive rappresenta un significativo cambiamento nelle pratiche di reportistica sulla sostenibilità, enfatizzando l'importanza della trasparenza e completezza nella rendicontazione sulle questioni di sostenibilità, in linea con le tendenze globali che incorporano le considerazioni ESG nelle pratiche aziendali e in riferimento agli standard ESRS (Environmental and Social Responsibility Standard) sviluppati da EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group) e GRI (Global Reporting Initiative).

A partire dal 2024, quasi 50.000 aziende nell'Unione Europea saranno tenute ad adottare obblighi di trasparenza dettagliata, rivelando il loro impatto sull'ambiente, il rispetto dei diritti umani e degli standard sociali.

Cosa prevede nello specifico la CSRD e quali cambiamenti sono previsti per il 2024?

 

 

Cos’è la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD)

 

La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) è una direttiva dell'Unione Europea in vigore dal 5 gennaio 2023, che amplia i requisiti di rendicontazione e divulgazione della precedente Non-Financial Reporting Directive (NFRD), in modo da far comprendere meglio l'impatto ambientale, sociale e di governance (ESG) delle attività di un'organizzazione. 

Tra i suoi principali punti chiave, che la differenziano dalla normativa precedente, la CSRD presenta tre macro-aree di intervento:

  • L’estensione dell'obbligo di rendicontazione non finanziaria a tutte le società di grandi dimensioni e a quelle con titoli quotati nei mercati regolamentati dell'Unione Europea. Tale estensione coinvolge un'ampia gamma di imprese, escludendo solo le microimprese, rafforzando così l'impegno verso la sostenibilità a livello aziendale.
  • L’ampliamento delle informazioni ESG che devono essere incluse nell'informativa non finanziaria. Questo significa che le imprese dovranno fornire dettagli più approfonditi sui loro impatti e sforzi in materia di sostenibilità, consentendo una valutazione più completa delle loro performance in queste aree.
  • L’uniformità degli standard di rendicontazione per tutte le imprese europee. Questo compito sarà affidato all'European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG), il quale avrà il ruolo di stabilire linee guida e standard comuni, garantendo così coerenza e comparabilità delle informazioni divulgate.

Entro il 2028, la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) impone l'obbligo di conformarsi per tutte le categorie di imprese europee che rispondono ad almeno due dei seguenti requisiti:

  • Un patrimonio totale di 20 milioni di euro
  • Un fatturato netto di 40 milioni di euro 
  • Una media di 250 dipendenti durante l'esercizio di riferimento.

 

 

Quali sono i nuovi obblighi imposti dalla CSRD per il 2024?

 

I paesi membri dell'UE devono adeguare il proprio diritto nazionale entro il 6 luglio 2024. L'adeguamento alla CSRD sarà implementato gradualmente nel periodo 2024-2029, principalmente basato sull'eredità della NFRD o sulle dimensioni delle imprese. 

Le tappe fondamentali sono le seguenti:

  • 2025 (inizio rendicontazione delle attività del 2024): conformità obbligatoria per le organizzazioni (o "entità") già tenute a rispettare la NFRD. Sono incluse tutte le organizzazioni quotate in un mercato regolamentato dall'UE con 500 o più dipendenti.
  • 2026 (rendicontazione delle attività svolte nel 2025): conformità obbligatoria per le grandi imprese quotate in borsa che non hanno già l’obbligo di rispettare la NFRD.
  • 2027 (rendicontazione delle attività svolte nel 2026): conformità obbligatoria per le imprese di piccole e medie dimensioni (PMI), che soddisfano almeno due o tre dei seguenti criteri:
    • almeno 4 milioni di euro di patrimonio totale.
    • almeno 8 milioni di euro di fatturato netto.
    • almeno 50 dipendenti in media durante tutto l'anno.
  • 2029 (rendicontazione delle attività svolte nel 2026): la conformità sarà obbligatoria per le imprese dei Paesi terzi con un fatturato netto superiore a 150 milioni nell'UE.

 

 

La Corporate Sustainability Reporting Directive e la proposta della SEC

 

In risposta alla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) e agli European Sustainability Reporting Standards, la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti, ha presentato a sua volta una proposta.

Il 6 marzo 2024, la SEC ha emesso una “final rule” del documento “The Enhancement and Standardization of Climate-Related Disclosures for Investors” che richiede ai registranti di fornire divulgazioni relative al clima nei loro rapporti annuali e nelle dichiarazioni di registrazione, a partire dai rapporti annuali per l'anno che termina il 31 dicembre 2025. 

La nuova regola ridimensiona la proposta originale in diversi modi chiave, ad esempio eliminando la divulgazione delle emissioni di GHG di Scope 3. I requisiti di divulgazione finanziaria saranno meno estesi e verrà concesso più tempo per implementare le divulgazioni e le relative garanzie.

Le divulgazioni richieste al di fuori dei bilanci finanziari includono:

  • Emissioni di GHG di Scope 1 e Scope 2, soggette a requisiti di garanzia che verranno gradualmente introdotti.
  • Governance e supervisione dei rischi legati al clima materiali.
  • L'impatto materiale dei rischi climatici sulla strategia, il modello aziendale e le prospettive dell'azienda.
  • Processi di gestione del rischio per rischi legati agli obiettivi climatici materiali
  • Nelle note ai bilanci finanziari, i registranti devono divulgare gli impatti sui bilanci finanziari e gli impatti materiali sulle stime finanziarie e le ipotesi dovute a eventi meteorologici estremi e altre condizioni naturali. Le aziende dovranno anche divulgare una riconciliazione degli offset delle emissioni di carbonio e dei crediti di energia rinnovabile o certificati (RECs) nelle note ai bilanci finanziari se gli offset delle emissioni di carbonio e i RECs sono una componente materiale per raggiungere i loro obiettivi legati al clima.

 

 

Bilancio di sostenibilità: case study

 

In risposta a questo cambiamento di prospettiva e alla crescente attenzione verso questioni ambientali e sociali, numerose aziende si stanno adoperando per redigere bilanci di sostenibilità in conformità agli standard internazionali e alle nuove direttive.

Degli esempi virtuosi e significativi di questo impegno provengono da Diadora, Vestiaire Collective e Save the Duck, aziende che hanno adottato una prospettiva olistica e hanno redatto bilanci di sostenibilità in linea con gli standard GRI (Global Reporting Initiative) e in previsione della nuova normativa imminente.

Diadora pubblica il bilancio di sostenibilità dal 2021. Ha implementato un sistema di governance della supply chain, che include il Codice Etico, il Codice di Condotta e la Restricted Substances List, al fine di garantire requisiti sociali, ambientali ed etici ai fornitori. La creazione di un bilancio di sostenibilità ha valorizzato l'identità del marchio aziendale, migliorato la consapevolezza interna riguardo alle opportunità e rischi legati alla sostenibilità e integrato questa dimensione nella reportistica finanziaria.

 

Vestiaire Collective si impegna a documentare il proprio percorso di sostenibilità attraverso politiche interne concrete. Ha ridotto l’intensità delle proprie emissioni di carbonio preferendo il trasporto su ruote a quello aereo. Ha ottenuto la certificazione B Corp, che valuta le performance ambientali e sociali insieme a quelle economiche. La Dichiarazione non finanziaria (DNF) di Vestiaire Collective comprende dettagli sul business model, rischi, strategie CSR, politiche del lavoro, diversità e inclusione, oltre a evidenziare l'attenzione ai consumi e alla sostenibilità.

Save the Duck pubblica annualmente il suo bilancio di sostenibilità, allineandosi alle prescrizioni della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). Il Sustainability Report diventa uno strumento chiave per comunicare prestazioni e impatti di sostenibilità, evidenziando la misurazione, comunicazione e responsabilità verso gli stakeholder. La certificazione B Corp e lo status di società benefit attestano l'impegno di Save the Duck nel bilanciare valore economico, sociale ed ambientale. L'adesione ai Women's Empowerment Principles (WEPs) e al Global Compact delle Nazioni Unite, insieme alla verifica delle aziende della catena di fornitura attraverso audit di parti terze, dimostra un approccio olistico ai principi di diritti umani, lavoro, ambiente e lotta alla corruzione. Save the Duck si impegna anche nella selezione attenta di materiali e tessuti, con certificazioni come Oeko Tex, ISO 14001, GOTS e BLUESIGN®.

 

 

Conclusioni

 

La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) delinea una nuova era nella rendicontazione aziendale, spingendo le imprese verso una maggiore trasparenza e completezza nelle informazioni relative alla sostenibilità.

Il futuro della rendicontazione aziendale è chiaramente orientato verso una maggiore responsabilità sociale e ambientale. La CSRD e iniziative simili fungono da catalizzatori per un cambiamento significativo, incoraggiando aziende di diverse dimensioni e settori a integrare la sostenibilità nel cuore delle loro pratiche aziendali.

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